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Re: Ciência e Fé
Escrito por: Albino O M Soares (IP registado)
Data: 20 de April de 2007 08:53

Alef,
Do que me lembro, em questões de história da ciência, a última vez que alguém foi atacado, como se de herege se tratasse, aconteceu quando Pasteur acabou com o conceito de "geração espontânea".
A tentativa de descobrir a estrutura do ADN criou um movimento científico, que durou décadas. Pelo caminho disseram-se montanhas de disparates, mas ninguém foi queimado por tal. Todos estamos interessados na verdade, porque essa nos liberta de medos, angústias e falsos credos. Mas há os papões que se auto-consideram infalíveis e que portanto estão na disposição de tudo esmagar para impôr a sua lógica, mesmo contra verdades irrefutáveis e esplendorosas. É no espaço da interrogação que o homem se aproxima de Deus. Destruir esse espaço, seja por que meios for, é matar Deus na pessoa. É o que alguma religião anda a fazer; a matar Deus. (Até, em devido tempo, tiveram a lata de esconjurar actividades tão vitais para o dia a dia, como a radiestesia).

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Re: Ciência e Fé
Escrito por: Albino O M Soares (IP registado)
Data: 20 de April de 2007 13:26

Em continuação,
direi que o cristianismo se estruturou no confronto com a mitologia. Está na hora de se reestruturar no confronto com a Ciência para que as profecias se cumpram.

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Re: Ciência e Fé
Escrito por: Albino O M Soares (IP registado)
Data: 21 de April de 2007 11:27

Exerto da 2ª Carta de S. Pedro, cap 1

"5*Por este motivo é que, da vossa parte, deveis pôr todo o empenho em juntar à vossa fé a virtude; à virtude o conhecimento; 6ao conhecimento a temperança; à temperança a paciência; à paciência a piedade; 7à piedade o amor aos irmãos; e ao amor aos irmãos a caridade. 8*Se tiverdes estas virtudes e elas forem crescendo em vós, não ficareis inactivos nem estéreis, relativamente ao conhecimento de Nosso Senhor Jesus Cristo. 9"

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Re: Ciência e Fé
Escrito por: Epafras (IP registado)
Data: 22 de April de 2007 00:33

Interessante artigo do cardeal Christoph Schönborn sobre a teoria da evolução, publicado parcialmente no Avvenire. Se alguém souber se este artigo existe em português noutro local é favor informar.




EVOLUZIONE

È plausibile l’attuale spiegazione dell’origine della vita? E quale deve essere il rapporto tra scienza e teologia? Una riflessione del cardinale Schönborn

Darwin, mancano prove

«Oso affermare che attualmente non c’è probabilmente un’altra teoria scientifica, come quella darwiniana, contro cui esistano altrettante gravi obiezioni, e che ciononostante venga difesa da molti come sacrosanta» «Non cerchiamo di voler mostrare affrettatamente l’intelligent design ovunque, in maniera apologetica»

Di Christoph Schönborn

Quando Laplace fu in grado di dare una spiegazione «meccanica» dell'orbita dei pianeti, replicò a Napoleone, che preoccupato gli chiedeva quale fosse il posto di Dio in quella spiegazione, dicendo la celebre frase: «Je n'ai pas besoin de cette hypothèse».
Laddove Dio deve riempire le lacune del sapere, il suo posto diviene sempre minore con ogni scoperta che riesce a spiegare qualcosa fino ad allora inspiegabile. Queste «nicchie di sopravvivenza» del creatore sono divenute sempre più ristrette, e quanto maggiore è stato il successo delle scienze naturali, tanto più sicuri si sentivano tutti quegli appartenenti alla scientific community che affermavano che un giorno «l'ipotesi di Dio» sarebbe divenuta del tutto superflua.
Sotto il medesimo auspicio si è presentato anche Charles Darwin. Come il professor Stanley L. Jaki ha più volte dimostrato e accuratamente documentato, Darwin era «ossessionato» dall'idea di fornire una spiegazione scientifica plausibile dell'origine delle specie che potesse interamente fare a meno dell'atto separato della creazione divina. La sua «teoria della discendenza», che soltanto in seguito fu chiamata teoria dell'evoluzione, era una lunga argomentazione a favore di una spiegazione «intramondana», ossia puramente materiale, meccanica, dell'«origine delle specie». Laddove Newton affermava ancora che dalla cieca necessità non poteva generarsi alcun mutamento e quindi alcuna varietà delle cose, poiché ciò sarebbe possibile soltanto a partire dall'idea divina e dalla volontà divina, in Darwin valeva il contrario: l'intera varietà delle specie ha origine nelle mutazioni casuali e nelle loro opportunità di sopravvivenza. Il che non rende necessario alcun intervento separato del creatore.
Secondo le ricerche approfondite di Stanley Jaki, non resta dubbio alcuno sul fatto che Darwin, con la sua teoria, intendesse favorire la vittoria scientifica del materialismo. E Dio sa che non era l'unico a volerlo, nell'Ottocento. Non pe r caso Karl Marx e Friedrich Engels hanno salutato la teoria darwiniana come il fondamento scientifico della loro teoria.
Questa componente ideologica della teoria darwiniana è probabilmente anche la causa principale del fatto che sino ad oggi di essa, dell'evoluzione e creazione, si continui a discutere con altrettanta intensità e passione che in passato. Il dibattito degli ultimi mesi l'ha dimostrato ancora una volta chiaramente. [...]

La possibilità che il creatore si serva anche degli strumenti dell'evoluzione è accettabile per la fede cattolica. La questione è piuttosto se l'evoluzionismo (come visione del mondo) sia conciliabile con la fede in un creatore. Tale questione presuppone a sua volta che si differenzi fra la teoria scientifica dell'evoluzione e le sue interpretazioni ideologiche o filosofiche. Ciò presuppone dal canto suo che si addivenga ad un chiarimento dei presupposti filosofici, di pensiero, dell'intero dibattito sull'evoluzione.
Sono conciliabili la fede nella creazione e la teoria dell'evoluzione? Il «concordismo», oggi ampiamente diffuso, afferma che «la teologia e la teoria dell'evoluzione non possono mai entrare in conflitto perché le due discipline si muovono in ambiti completamente diversi» (A. Walker, Schöpfung und Evolution Jenseits des Konkordismus, in Intern. Kath. Zeitschrift Communio H 35/2006). Questo rapporto, che Stephen Gould definisce principio NOMA (Non-Overlaping Magisteria) non regge, a mio avviso. Devono necessariamente esservi delle sovrapposizioni fra la teologia e le scienze naturali, fra la fede, il pensiero e la ricerca. La fede in un creatore, nel suo progetto, nel suo «governo universale», il suo condurre il mondo ad un obiettivo da lui preposto, non può restare senza punti di contatto con la ricerca concreta del mondo. Per questo: non ogni variante della teoria dell'evoluzione è conciliabile con la fede nella creazione.
A tal proposito Adrian Walker: «Un esempio classico di u na simile variante problematica della teoria dell'evoluzione è ciò che definisco darwinismo stretto: la tesi secondo cui il concorso di mutazione (genetica) e selezione naturale sia una spiegazione sufficiente della nascita di nuove forme di vita. Poiché se mutazione e selezione bastano a spiegare tale nascita, non c'è in realtà alcuna ragione del perché la materia cieca non possa essere la prima origine della vita; una tesi che è… inconciliabile con la teoria cristiana della creazione».
Spesso si cerca una via d'uscita nell'affermare che la biologia o in generale le scienze della natura sono materialistiche soltanto a livello metodologico, senza per questo professare il materialismo come visione del mondo. Anche se ciò fosse vero, resta comunque chiaro che quest'opzione metodologica è un atto spirituale che presuppone ragione, volontà, libertà. Basta già questo a dimostrare che limitando il metodo delle scienze naturali a processi meramente materiali non si può venire a capo della totalità della realtà. [...]
Quali pretese pratiche risultano dalle riflessioni abbozzate? Fra le molteplici possibili riflessioni di approfondimento ne scelgo due:
1. Perché l'evoluzionismo, con il suo materialismo ideologico, è divenuto ormai una sorta di surrogato di religione? Perché tanto spesso viene difeso con argomenti così aggressivi ed emotivi? Oso affermare che attualmente non c'è probabilmente un'altra teoria scientifica contro la quale esistano altrettante gravi obiezioni, e che ciononostante venga difesa da molti come assolutamente sacrosanta. Le obiezioni più importanti sono ben note e sono state avanzate frequentemente:
- i missing links, le numerose forme intermedie mancanti fra le specie, che anche dopo centocinquant'anni di intense ricerche semplicemente non esistono;
- il fatto, spesso ammesso, che finora non è mai stata realmente dimostrata un'unica forma di evoluzione da una specie all'altra;
- l'impossibilità a livello di «teoria dei sistemi», che un sistema vivente (ad esempio i rettili) mediante innumerevoli mutazioni di minima entità possa essere trasformato in un altro sistema vivente (ad es. gli uccelli);
- la problematica del concetto di survival of the fittest. Marco Bersanelli ha dimostrato in base ad esempi che la sopravvivenza spesso dipende soltanto dalla fortuna, è una casualità, una contingenza, e non la prova di una particolare fitness. I dinosauri, e molte altre specie, sono scomparsi per delle catastrofi naturali e non a causa della loro non adattabilità.
Queste sono soltanto alcune delle maggiori difficoltà della teoria. Ma perché è ancora così affermata, come teoria scientifica? Perché finora non ne esiste un'altra migliore, e perché come teoria scientifica è semplice ed «attraente».
Ma perché allora viene così caricata di ideologia e diviene uno shibolet materialista? Perché la visione del mondo alternativa è la fede nella creazione. Chi dice creazione, dice anche diritto del creatore. Se esiste un linguaggio leggibile del creatore, allora esiste anche un rivolgersi a noi del creatore. Da esso deriva anche un dovere, un ordinamento etico, ad esempio nella questione dell'ordine dei sessi o nella difesa della vita. Al preteso materialismo e relativismo si può più facilmente collegare una visione materialista dell'evoluzionismo. Non è un caso che l'evoluzionismo ideologico sia stato l'orpello scientifico sia del comunismo che del nazionalsocialismo. Ed è oggi l'orpello del darwinismo sociale economico, che giustifica la lotta senza quartiere per l'esistenza economica.
Ci rallegra l'illogicità dell'affermazione di Richard Dawkins, principale teorico del darwinismo ideologico, quando in un'intervista dice che non vorrebbe vivere in una società darwinistica, poiché sarebbe troppo inumana.
2. Esiste però ancora un altro motivo che rende plausibile il darwinismo. La fede in un buon creatore, nel suo «progetto intelligente del Cosmo» (Benedetto XVI, ud ienza generale del 13/11/06), viene messa in dubbio da una serie infinita di atti crudeli:
- perché questa strada faticosa dell'evoluzione, con innumerevoli tentativi, vicoli ciechi, con miliardi e miliardi di anni e l'espansione dell'universo, le esplosioni gigantesche delle supernovae, gli elementi che si fondono nella fusione nucleare delle stelle, la macina instancabile dell'evoluzione con i suoi infiniti inizi e distruzioni, le sue catastrofi e crudeltà, fino ad arrivare alle indicibili brutalità della vita e della sopravvivenza? Non è forse più sensato considerare il tutto come il gioco cieco della casualità di una natura priva di progetto? Non è più onesto questo, che non i tentativi di teodicea di un Leibniz, cui vengono a mancare gli argomenti? Non è forse più plausibile dire semplicemente: sì, il mondo è per l'appunto così crudele?

Giunti al termine delle nostre riflessioni occorre dire una cosa: non cerchiamo di voler affrettatamente mostrare l'intelligent design ovunque, in maniera apologetica. Come Giobbe, anche noi non conosciamo la risposta al dolore. Abbiamo ricevuto soltanto una risposta, quella scritta da Dio. Il logos attraverso il quale e nel quale tutto è creato, è divenuto carne e con essa l'intera storia dell'universo, l'evoluzione, con i suoi lati grandiosi ed orribili. Si è assunto su di sé l'intera negatività del dolore, della distruzione e soprattutto del male morale. La croce è la chiave del progetto e consiglio divino. Per quanto importante, essenziale, sia un approfondimento rinnovato della filosofia della natura, il logos della croce è l'ultima saggezza divina. Perché con la sua Santa Croce ha conciliato il mondo intero. Ma la Croce è la porta della resurrezione.
Nella sua prima omelia pasquale, Papa Benedetto ha detto quest'anno: «La risurrezione di Cristo … se possiamo una volta usare il linguaggio della teoria dell'evoluzione, è la più grande "mutazione", il salto assolutam ente più decisivo verso una dimensione totalmente nuova, che nella lunga storia della vita e dei suoi sviluppi mai si sia avuta: un salto in un ordine completamente nuovo, che riguarda noi e concerne tutta la storia… È un salto di qualità nella storia dell'evoluzione e della vita in genere verso una nuova vita futura, verso un mondo nuovo che, partendo da Cristo, già penetra continuamente in questo nostro mondo, lo trasforma e lo attira a sé» (15 aprile 2006).

Se la risurrezione di Cristo è «la più grande mutazione», o come dice Papa Benedetto nella stessa predica l'«esplosione dell'amore», che sciolse l'intreccio fino ad allora indissolubile del «muori e divieni», allora anche noi possiamo dire: questo è il traguardo «dell'evoluzione». A partire dalla sua fine, dal suo completamento, si evidenzia anche il suo senso. Se nelle sue singole fasi può forse apparire priva di fine e di orientamento, dalla Pasqua in poi quella lunga strada ha trovato un senso. Non «la strada è la meta», ma la risurrezione è il senso della strada.


Fonte:Avvenire

Epafras



Editado 1 vezes. Última edição em 22/04/2007 00:34 por Epafras.

Re: Ciência e Fé
Escrito por: catolicapraticante (IP registado)
Data: 22 de April de 2007 13:25

"Os IDiotas não produziram um único modelo, uma única hipótese para a sua suposta teoria «científica», com excepção da surrealista teoria dos anjos, da autoria de Robert Newman.

O autor deste modelo genuina e absolutamente IDiota colaborou com William Dembski, Michael Behe, Philip Johnson e associados no livro «Mere Creation: Science, Faith & Intelligent Design». É ainda co-autor de «What's Darwin Got to Do with It?: A Friendly Conversation about Evolution» um livro de banda desenhada que pretende introduzir os conceitos (?) da IDiotia aos mais jovens. Ou seja, é um reputado ideólogo do desenho inteligente.

Não obstante pertencer ao multi-oxímoro Instituto de Investigação Bíblica Interdisciplinar, - de que é um dos mais prolíficos autores - Robert Newman pretende ser, como todos os IDiotas, um proponente «científico» e não teológico da IDiotia. Aliás, escreveu um artigo sobre má ciência, do qual transcrevo o resumo:

«Devido à tensão que se desenvolveu entre as comunidades científica e evangélica no último século e meio, os crentes na Bíblia têm muitas vezes (com ou sem razão) suspeitas acerca das descobertas e teorização da ciência moderna. Isto levou a uma atracção bastante generalizada por teorias que são vistas como tretas por cientistas e outras pessoas cultas. Neste artigo são discutidos alguns exemplos e propostas estratégias que protejam os cristãos de parecerem desnecessariamente cretinos aos olhos do mundo».

Apesar de ser louvável o seu reconhecimento do ridículo em que incorrem os cristãos que pregam a literalidade da Bíblia, Newman não segue o seu próprio conselho e elabora o modelo mais cretino de explicação da origem e evolução das espécies de que já ouvi falar.

O autor elabora sobre um facto «científico» que tem sido descurado na explicação do mundo, a acção de anjos, de Satanás e seus acólitos, num artigo intitulado «Rumors of Angels: Using ID to Detect Malevolent Spiritual Agents» (disponível também em powerpoint), em que discute o tema anjos (o que inclui os «caídos») como explicado pelo resumo:

«Desde 1900, a maioria das discussões sobre a acção de Deus na natureza ignora a actividade angélica, talvez em reacção à História da Guerra da Ciência com a Teologia na Cristandade de Andrew Dickson White [finais do século XIX e leitura recomendada]. Neste artigo olhamos com uma perspectiva diferente para os dados bíblicos sobre anjos e depois consideramos que dados científicos podem ser relevantes [?] à luz do recente interesse no desenho inteligente».

O artigo desenvolve-se com base nas seguintes premissas:

(1) Os antigos que acreditavam serem os anjos os responsáveis por fenómenos como a meteorologia, doenças e insanidade mental estavam errados [uma conclusão absolutamente brilhante];
(2) Mas igualmente errados estão os modernos que acreditam que os anjos são ou seres mitológicos ou incapazes de produzir efeitos no mundo natural;
(3) Na realidade, os anjos existem e são capazes de, e fazem-no de facto, interagir com a natureza.

Mas como então «podemos encontrar evidência científica para a actividade angélica? A nossa proposta é que a actividade angélica não se assemelha às leis naturais, que operam continuamente. Na realidade, é mais como a actividade humana, que é esporádica. Mas temos a complicação adicional de que não podemos ver os actores».

Dado este problemazito, o autor propõe-se usar na pesquisa da actividade angélica a metodologia preconizada por William Dembski para a «detecção» do desenho inteligente (igualmente de autores invísiveis e indetectáveis). Lembrando que «As acções dos anjos bons podem ser facilmente confundidas com aquelas de Deus, excepto que a qualidade pode não chegar aos padrões divinos [isto é, trabalho rasca é da autoria dos anjos]. E o desenho que nos pareça ser malevolente pode ser o trabalho de seres pecadores acima do nosso nível - anjos caídos, demónios ou Satanás.»

O autor adverte igualmente que desenho que nos pareça malevolente pode não o ser de facto, usando como exemplo a vespa Ichneumonidae, já que «Afinal, muitos dos insectos mortos pela Ichneumonidae são pragas para os agricultores». As lucubrações sobre se a predação é desenho malevolente são absolutamente deliciosas e permitem ao iluminado autor concluir que «a queda de Satanás é muito anterior à de Adão e a criação já não era muito boa na altura em que Adão é criado».

Gosto especialmente da parte sobre a quantificação de quantos porcos podem ser possuídos simultaneamente por um demónio (com base nos dados científicos da Bíblia, claro) para ilustrar o facto de que apenas Deus tem poder ilimitado, mesmo Satanás opera apenas à (pequena) escala local, nomeadamente sobre o clima (o que definitivamente exclui acção demoníaca no aquecimento global...).

Depois de efabular sobre os vírus HIV e Ebola, Newman mimoseia-nos com as suas conclusões:

«Se as nossas sugestões identificando desenho inteligente no polegar do panda, Ichneumonidae, AIDS e Ebola são válidas, isto terá consequências sérias nas formas históricas de fazer ciência. Porque se é verdade que seres sobrenaturais têm intervindo significativamente na história da biologia então não podemos restringir a nossa metodologia ao naturalismo».

O artigo é muito longo mas vale a pena ser lido porque é o único exemplo de uma teoria IDiota para explicar o que aos cientistas parece produto da evolução. Igualmente longo mas esclarecedor é o artigo do mesmo autor contra Carl Sagan, descrito como um «evangelizador» de uma «religião» que compete com todos os «misticismos», assente na ciência e no humanismo secular...
Palmira Silva"

Sobre a treta do criacionismo, há algusn textos interessantes Aqui.

católica praticante



Editado 2 vezes. Última edição em 22/04/2007 13:31 por catolicapraticante.

Re: Ciência e Fé
Escrito por: Albino O M Soares (IP registado)
Data: 23 de April de 2007 08:28

Na prática acho que precisamos de pontes e ritmos quaternários na vida e na fé:
1, 2, 3, 4,

1, Comunhão
2, Caridade
3, Cultura
4, Ciência

Ritmos monotários são para principiantes.

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Re: Ciência e Fé
Escrito por: Albino O M Soares (IP registado)
Data: 24 de April de 2007 08:07

E a profecia...

Jesus diz(S. João 14,12) :
"Quem crê em mim também fará as obras que Eu realizo; e fará obras maiores do que estas, porque Eu vou para o Pai".

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Re: Ciência e Fé
Escrito por: Chris Luz BR (IP registado)
Data: 24 de April de 2007 19:45

E o que pedirdes em meu nome, eu o farei a fim de que o Pai seja glorificado no Filho.Jo14,13 .
Não tire nada do contexto geral do discurso de despedida de Jesus com seus discípulos.

Re: Ciência e Fé
Escrito por: Albino O M Soares (IP registado)
Data: 26 de April de 2007 08:17

Chris,
Jesus Cristo não era fascista, ou seja, não andou a dar com a cruz na cabeça das pessoas até esta ficar com as pontas dobradas (a suástica). A sua cruz é recta, aberta...

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Editado 1 vezes. Última edição em 26/04/2007 08:19 por Albino O M Soares.

Re: Ciência e Fé
Escrito por: Albino O M Soares (IP registado)
Data: 26 de April de 2007 15:57

Em consonância com o atrás exposto relembro:
Versa assim o 1º artigo da Declaração Universal dos Direitos Humanos:
"Todos os seres humanos nascem livres e iguais em dignidade e em direitos. Dotados de razão e de consciência, devem agir uns para com os outros em espírito de fraternidade".

*=?.0

Re: Ciência e Fé
Escrito por: Alef (IP registado)
Data: 30 de April de 2007 17:20

O que se diz e comenta da fé no «De Rerum Natura»...

Tamb+em tenho andado por lá, para «variar»...

Sendo um «thinking blog», valeria a pena prestar-lhe mais atenção, até porque continuamente saem temas relativos à fé, normalmente com pouca simpatia. Ora, espanta-me que não surjam comentários de alguém que não tenha medo de afirmar a sua fé, adulta e esclarecida, sem fundamentalismos, mas discutindo sem medo as questões.

Fico com a impressão de que há uma tendência generalizada a que os «autores cristãos/católicos» abram os seus «blogues», criem a sua «rede de blogues amigos» e ignorem o que realmente se passa noutras «latitudes» bloguíticas, incensando-se uns aos outros, criticando quem não lê. Estaremos diante de uma «capelanização» dos cristãos/católicos blogueiros?

Ao que parece, este blogue já teve quase 60.000 visitas em menos de 2 meses. Será que isto não diz nada?

Que razões damos da nossa fé?

Alef



Editado 2 vezes. Última edição em 30/04/2007 17:43 por Alef.

Re: Ciência e Fé
Escrito por: Rita* (IP registado)
Data: 30 de April de 2007 21:40

Alef

Vou colocar aqui, se estiver mal, podes mudar...


[www.aulavox.com]


Rita*

Re: Ciência e Fé
Escrito por: catolicapraticante (IP registado)
Data: 01 de May de 2007 09:55

"Estaremos diante de uma «capelanização» dos cristãos/católicos blogueiros?"

Sim. O que se passa na blogosfera é o reflexo da realidade que vivemso

católica praticante

Re: Ciência e Fé
Escrito por: s7v7n (IP registado)
Data: 01 de May de 2007 12:19

Também não é assim tão mau. Existem blogs mais conhecidos e outros menos conhecidos. Se querem que as pessoas vão ao vosso blog, escrevam coisas interessantes que mais cedo ou tarde alguém dirá alguma coisa. No que toca a esse blog, não tenho tempo para ler todos os posts que por lá escrevem. Mas se souberem de posts que gozem com a religião ou que sejam injustos, postem aqui que eu vou lá "desancar neles" :P Não tenho medo que sejam filósofos ou matemáticos ou físicos. Também os doutores da lei pensavam que sabiam muito e depois viu-se que não sabiam nada. Nunca vi um blog com tão pouco tempo de vida e tantos posts. É caso para dizer, gaitaaaa. Não devem fazer mais nada na vida. Sempre a postar.

"Ama e faz o que quiseres" - Santo Agostinho

Re: Ciência e Fé
Escrito por: Alef (IP registado)
Data: 01 de May de 2007 15:58

Caro s7v7n:

A última coisa que se deve fazer nestes «blogues» é «desancar neles», embora eu possa ver alguma ironia no que dizes.

O que é necessário é argumentar serenamente, com uma linguagem ao alcance do interlocutor. Caso contrário, estamos a «confirmar» preconceitos, desperdiçando energias e tempo.

Alef

Re: Ciência e Fé
Escrito por: Rita* (IP registado)
Data: 01 de May de 2007 16:42

Alef


Bons conselhos! Por isso é que eu gosto de ti:)

Re: Ciência e Fé
Escrito por: Rita* (IP registado)
Data: 02 de May de 2007 04:17

Vocês já se inscreveram no curso on-line?....Eu já...



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Olá Rita




Você se inscreveu no evento VIDA E SENTIDO.

Ele terá início no dia 02 de maio de 2007, às 09h (horário de Brasília).
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Re: Ciência e Fé
Escrito por: Cassima (IP registado)
Data: 02 de May de 2007 11:27

Olá Alef

Esse blog é um pouco difícil de comentar. Para mim, cuja filosofia se ficou pelo 11.º ano (e da área de Ciências), não me é fácil argumentar com eles. Como dizia o Tilleul atrás, "Na grande maioria dos assuntos nao vejo um boi, mas é uma boa oportunidade para aprender".

Perguntas que razões damos da nossa fé? Sabes que eu própria não sei muito bem?!...
Eu tenho fé, primeiramente porque me ensinaram a tê-la. Nasci em família católica, nela cresci, e fui ensinada que Deus existe sem o questionar. Deus esteve no meu crescimento como qualquer outro familiar, pai, mãe, irmãos, avós. Apenas não se via. Mas também eu não via os meus familiares mortos e não negava a sua existência por isso.

Ao longo da minha vida, mesmo na adolescência, as minhas zangas com Deus, as minhas questões, nunca O puseram em causa. E a partir de uma certa altura, resolvi começar a investir um pouco mais na minha formação cristã, a interrogar mais...

Porque tenho fé? Eu, das três pessoas de Deus, privilegio o Filho na minha relação com Ele. Tenho fé porque sinto Jesus Cristo muito vivo, muito próximo, muito igual a nós (apesar de muito acima de nós)! Não cheguei a esta convicção porque tenha construído uma estrutura lógica de raciocínios para a existência de Deus. A minha fé é afectiva! Não me parece que consiga explicá-la. Acho que é ainda muito infantil; quando observo a vivência que algumas pessoas têm demonstrado aqui, parece-me que estou ainda na primeira infância.

Nunca tive problemas em conciliar a Fé e a Ciência. Nem vejo qualquer paradoxo nem contradição entre elas. A inteligência é um dos maiores dons que possuímos e é para ser usada. As novas teorias que surgem, as novas descobertas que são feitas, tudo o que nos leva a perceber melhor a Terra e o Universo, são a prova de que estamos a fazer render os talentos com que Deus nos dotou.

Pronto! Por pequeno que seja, aí vai o meu contributo.

Um abraço

Cassima

Re: Ciência e Fé
Escrito por: Alef (IP registado)
Data: 02 de May de 2007 11:52

E magnífico contributo, Cassima!

«Dar razões da nossa fé» não significa necessariamente «racionalizar» a fé ou fazer dela «ciência certa», demonstrável. De qualquer forma, temos instrumentos para dialogar com aqueles que pretendem descartar Deus pela via racional. A fé não é propriamente irracional.

A fé, como dizes, e bem, tem uma componente essencial que é afectiva, é uma relação, uma entrega na confiança, mesmo que «não saibamos tudo». Ter fé não nos faz «superiores» aos outros, mas todo aquele que a tem reconhece nela uma componente essencial da sua vida, porventura a maior. Tem analogia com o amor ou com o estar apaixonado. Não é preciso estar-se apaixonado para viver, mas quando se está apaixonado, isso é uma componente essencial de tal pessoa, «muda» de alguma forma o modo de ver as coisas.

Também é verdade que é difícil falar da experiência da fé propriamente dita, sobretudo quando falamos com alguém que não tem essa mesma experiência. Como vamos descrever o sabor do chocolate a quem nunca provou chocolate? Por isso, precisamos de usar outros recursos, como as metáforas, os símbolos e, sobretudo, a nossa vida tem que ter alguma coerência com o que dizemos ser fé. Dois exemplos disso são a alegria e a esperança. Dizia alguém: «Vocês dizem que Jesus Cristo ressuscitou, mas andam todos com cara de Sexta-Feira Santa». A alegria e a esperança são «razões» positivas da nossa fé. Damos realmente essa imagem? Não damos, pelo contrário, tantas imagens negativas, recalcitrantes, encrespadas, uns «coitadinhos» perdidos num mundo que nos ameaça? Felizmente, há também mostras muito positivas e é nisso que temos que investir.

No campo das «razões» mais intelectuais, parece-me importante que dialogue no campo da ciência e da filosofia. Ao contrário do que muitos pensam, a ciência e a fé podem conviver, sem que tenham que se rejeitar mutuamente. [Neste aspecto, o criacionismo está a ser profundamente negativo para as relações fé-ciência.] E parece-me importante mostrar que os discursos de alguns cientistas contra a fé já não são ciência, que normalmente falam da fé com uma enormíssima ignorância do que é fé, o mesmo acontecendo em vários filósofos. A discussão serena com eles sobre estes pontos pode ser também muito proveitosa para todos.

Alef

Re: Ciência e Fé
Escrito por: Albino O M Soares (IP registado)
Data: 02 de May de 2007 12:49

Quando vejo alguém falar com simplicidade da Fé, fico sempre com receio que o palácio de cristal em que de certo modo me sinto habitar possa ser machucado.
É indiscutível que os mistérios do Reino são compreendidos, primeiro que tudo, pelos simples, os mansos e os humildes. Nada mais simples que os gestos de amor; é neles que a comunhão é possível.

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